Nostoi. Capolavori ritrovati
“Nostoi. Capolavori ritrovati”
Roma, Palazzo del Quirinale
Galleria di Alessandro VII
venerdì 21 dicembre 2007 – domenica 2 marzo 2008
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Vicepresidente del Consiglio e Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, martedì 18 dicembre 2007 inaugureranno la mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati” che, ospitata al Palazzo del Quirinale dal 21 dicembre 2007 al 2 marzo 2008, presenterà 67 capolavori d’archeologia rientrati nel nostro Paese a seguito degli accordi raggiunti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con importanti musei americani e con collezionisti d’arte internazionali.
La parola greca “Nostoi”, legata ai poemi epici che raccontavano il ritorno degli eroi greci in Patria dopo la distruzione di Troia, si riferisce a lunghi e faticosi viaggi affrontati per tornare a casa. L’esposizione “Nostoi. Capolavori ritrovati”, che si terrà nelle prestigiose sale della Galleria di Papa Alessandro VII, impreziosita dagli affreschi di Pietro da Cortona, vuole essere il lieto fine di un racconto che narra la storia di magnifiche opere d’arte antica che, dopo essere state illecitamente trafugate pur appartenendo di diritto al patrimonio nazionale tornano finalmente a casa, grazie allo sforzo congiunto del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Magistratura, Diplomazia Culturale voluto dal Ministro Rutelli. L’esposizione è a cura del Prof. Louis Godart, Consigliere del Presidente della Repubblica per la Conservazione del Patrimonio Artistico, ed è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
“Nostoi. Capolavori ritrovati” testimonia la tenace volontà dell’Italia di recuperare sul piano internazionale l’unicità del nostro patrimonio culturale, per riportare il commercio dell’arte e dell’archeologia sotto i numi tutelari dei principi etici.
Tra gli anni 1970 e i primi anni 2000 molti bacini archeologici del nostro Paese sono stati depredati di incommensurabili ricchezze: seguendo percorsi clandestini e traffici illeciti i reperti ritrovati da scavatori clandestini venivano venduti a mercanti senza scrupoli e tramite questi finalmente ceduti a importanti musei europei, americani e giapponesi e anche a ricchi collezionisti privati.
La “decontestualizzazione” che subiscono i reperti scavati clandestinamente li rende “muti”: non forniscono più informazioni agli studiosi sulla loro provenienza, sul corredo di cui eventualmente facevano parte, sugli oggetti da cui erano accompagnati.
Lo scavo clandestino cancella tutta la Storia che gli oggetti recano con sé, e di cui sono impregnati. Giulio Carlo Argan diceva che “distruggere l’arte è un tal peccato che, se si riscrivessero le Tavole della Legge, dovrebbe di certo esservi ricompreso”; l’attività dell’Arma dei Carabinieri, della Magistratura, le trattative condotte dalla Diplomazia Culturale e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’impegno profuso dalle Istituzioni internazionali vogliono portare, come può dimostrare la mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati”, alla condanna e alla totale interruzione di queste pratiche illecite.
Il ritorno di straordinari capolavori si configura così come un percorso di ricontestualizzazione: la mostra presentata al pubblico presso il Quirinale vuole non solo essere un percorso tra preziosi manufatti mai visti, ma vuole soprattutto celebrare il ricollocamento di tali preziosi oggetti nell’ambiente di cui rappresentano un preciso momento culturale, le radici, un’epoca.
Una grande battaglia etica a livello internazionale trova suggello nella mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati” che apre le porte a nuove “restituzioni”, e a una rinnovata e rinvigorita stagione di scambi sul piano di studi scientifici e di collaborazioni culturali con le Istituzioni Culturali dei Paesi coinvolti. Fondamentale il nuovo condiviso atteggiamento internazionale che vede l’Italia e gli Stati esteri uniti nella responsabilità di garantire e tutelare pubblico accesso al patrimonio artistico dell’umanità contro gli scavi clandestini e l’illegale “fuga” delle opere d’arte. Con questo metodo si sono conclusi con successo i negoziati con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Fine Arts di Boston e il Princeton University Art Musem.
L’esposizione permetterà di ammirare veri e propri capolavori, basti pensare che alcuni dei reperti in mostra sono degli hapax, reperti privi di simili, o equivalenti, in qualsiasi collezione, pubblica o privata, del mondo intero. Tra le opere restituite la Vibia Sabina, una statua in marmo paro del II sec. d.C., alta 204 cm., effige dell’imponente moglie dell’imperatore Adriano; lo splendido Cratere a calice, il più grande firmato dal pittore pestano Assteas, del 350-340 a.C. raffigurante il mito di Europa e il toro; il Trapezophoros in marmo asiatico dipinto, di 95 cm. di altezza e 148 cm. di lunghezza che mostra due grifi che sbranano una cerva: gruppo marmoreo spettacolare, un unicum di elevatissima qualità; l’Antefissa con Sileno e Menade danzanti in terracotta, del 500-475 a.C, che rappresenta un gruppo di una Menade e un Sileno in passo di danza. Le figure, stanti su una base dipinta a motivi geometrici, muovono verso destra; la Menade, con il chitone che conserva cospicue tracce di policromia e le nacchere in una mano, cerca di sottrarsi all’abbraccio del Sileno, coronato d’edera, che da dietro l’abbranca per la spalla con la destra e nella sinistra regge un corno potorio; un Kantharos configurato a maschera dionisiaca, dell’Italia centro-meridionale, del 480 a.C. ca., attribuito al Pittore della Fonderia come ceramografo, e forse ad Euphronios come vasaio. Uno dei lati del vaso reca applicata una maschera di Dioniso, modellata a parte, l’altro una maschera di Satiro.
Sponsor: Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato – Gioco del lotto, Gruppo Poste Italiane.
Collaboratore: Ina Assitalia.
Catalogo: Tecnostampa, Loreto
Orario della mostra:
Comunicare Organizzando – Ufficio Stampa Mostra:
Novella Mirri, tel. 06/32652596; cell. 335/6077971; ufficiostampa@novellamirri.it
Roma, dicembre 2007