Toulouse-Lautrec
Toulouse-Lautrec
Uno sguardo dentro la vita
11 ottobre 2003 – 8 febbraio 2004
Roma, Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
“Toulouse-Lautrec. Uno sguardo dentro la vita”. L’esposizione, è nata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il patrocinio della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica, del Ministero per gli Affari Esteri, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Regione Lazio.
Circa 200 le opere in mostra fra disegni, oli, litografie e rarità tra cui una proveniente dall’Egitto “La leçon de chant: Mademoiselle Dihau e Madame Jeanne Favereau, 1898”, per questa grande retrospettiva promossa dal Comune di Roma in collaborazione con la Provincia e curata dalla prof. Emerita dell’Università del Colorado Julia Frey, maggiore esperta americana su Henry de Toulouse-Lautrec.
Personaggi nei caffè-concerto di Montmartre, nelle sale da ballo, nei postriboli, nel celebre Moulin Rouge, nei circhi, nei teatri, raccontati con caustica malinconia per mezzo di una pennellata rapida hanno ripreso vita, in un vivido spaccato della vita parigina tra il 1880 e il 1900, in questa grande retrospettiva romana dedicata a Toulouse-Lautrec, testimoniando la profondità e complessità del percorso artistico e umano di Lautrec la cui opera, oggetto di accuse di superficialità e semplicistico richiamo delle masse, rivela invece una grande complessità.
L’esposizione ha ricostruito le tappe della vita artistica dell’autore attraverso una rilettura completa delle opere a partire dal periodo giovanile, accantonando definitivamente la leggenda che insiste sulla sua anomalia fisica, delineando così l’immagine di un’artista dotata di amore e di attaccamento alla vita, totalmente indipendenti dal crudele condizionamento del destino. Purtroppo, Henry de Toulouse-Lautrec, nato nel 1864 ad Albi, era figlio di due cugini di primo grado e pertanto affetto da gravi malformazioni genetiche che lo portarono a lunghi periodi di malattia. Solo grazie all’aiuto della sua fervida immaginazione, unita al talento artistico, egli riuscì a tollerare meglio i dolorosi interventi chirurgici e la sua deformità fisica. Attratto inizialmente dall’impressionismo, ma presto influenzato dal realismo di ascendenza fotografica di Degas, dai tagli prospettici e dalla spazialità bidimensionale dell’arte giapponese, dal sintetismo simbolista, l’artista fa proprio un utilizzo del colore originale e una linea incisiva ma elegante. I suoi famosissimi manifesti pubblicitari, nati per alcuni personaggi dello spettacolo parigino, sono documenti di un’epoca e capolavori d’arte di altissima qualità. Artista istintivo e libero Toulouse-Lautrec individua nella vita di tutti i giorni il soggetto principale delle sue rappresentazioni. I soggetti preferiti sono molto spesso quelli appartenenti al famoso “demì monde” ovvero a tutta quella tipica cultura di Montmartre degradata fatta di clown, ballerine, sciantose, bordelli e prostitute che la classe borghese ipocrita del periodo cercava di tenere celata. I protagonisti dei dipinti, creati dall’autore in questo periodo, sono spesso donne sole, assorte nei loro pensieri più profondi, che sedute su rossi divani aspettano malinconicamente qualcosa o qualcuno; oppure ritratti di amicizie maschili colti con umorismo aristocratico attraverso uno stile guizzante dalla composizione e sorprendenti effetti cromatici. Nell’ultimo periodo della sua breve ma intensa vita, la tavolozza cambia improvvisamente tonalità passando da colori chiari e brillanti a colori più scuri e impasti più densi quasi a testimoniare la depressione e la mancanza di speranza di un uomo che aveva sempre rappresentato i protagonisti della sua arte in maniera assolutamente autentica e sincera.