Oriana Fallaci, Intervista con la Storia
MOSTRA
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
Oriana Fallaci
Intervista con la Storia
New York Public Library – Istituto italiano di cultura a New York
Milano, Palazzo Litta
Roma, Complesso del Vittoriano
giugno 2007 – gennaio 2008
Fortemente voluta dal Ministero per i Beni e le attività culturali, sostenuta con convinzione dal gruppo Rizzoli Corriere della Sera, a cura di Alessandro Cannavò, Alessandro Nicosia, Edoardo Perazzi, la mostra è nata poiché, in occasione della giornata di studio dedicata alla scrittrice il 29 giugno presso la “New York Public Library”.
Il calendario di eventi dedicati alla Fallaci ha preso il via a New York, dove la giornalista aveva scelto di trascorrere oltre venticinque anni della sua vita, con una mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura e una giornata di studio internazionale presso la prestigiosa “New York Public Library” che ha visto le testimonianze di importanti giornalisti e illustri personaggi della cultura e dello spettacolo, vicini alla Fallaci sotto il profilo professionale e privato, tra i quali Christiane Amanpour, Isabella Rossellini e Franco Zeffirelli.
Dopo New York il calendario di eventi si è spostato in Italia: la grande esposizione Oriana Fallaci. Intervista con la Storia è stata presentata al pubblico a Milano, nei prestigiosi spazi di Palazzo Litta, esattamente a un anno dalla morte di Oriana Fallaci, avvenuta il 15 settembre 2006. Milano, la città del lungo e ininterrotto sodalizio professionale che sin dai primi passi ha legato Oriana Fallaci al gruppo Rizzoli Corriere della Sera, fondamentale per la sua carriera di giornalista e di scrittore, è stata scelta quale luogo per ricordarla ad un anno dalla sua scomparsa.
Dopo Milano la mostra “Oriana Fallaci. Intervista con la Storia” è arrivata al Complesso del Vittoriano di Roma dove i flussi turistici che la città accoglie hanno avuto la grande opportunità di entrare in contatto con l’appassionante percorso professionale e di vita di Oriana Fallaci. Il Salone Centrale dell’Ala Brasini ha ospitato dal 15 dicembre 2007 al 30 gennaio 2008 manoscritti, bozze, dattiloscritti, libri, numerose foto inedite che ritraevano la scrittrice e giornalista in tante parti del mondo, in famiglia e con i colleghi di lavoro, cimeli e oggetti personali e filmati. Grazie alle tecnologie più moderne e una sapiente regia scenografica il percorso espositivo non presentava unicamente l’opera scritta di Oriana Fallaci, ma anche la sua voce e la sua immagine, che tanto hanno contribuito a creare il “fenomeno Fallaci”.
La mostra ha presentato la vita e l’opera di Oriana Fallaci, indissolubilmente legate, l’una chiave di lettura e di comprensione dell’altra: testimone del suo tempo, protagonista e interprete originale di significativi eventi del secolo trascorso, dedita al mestiere dello scrivere con la passione dei sentimenti e la serietà dell’artigiano, la sua personalità unica e i suoi successi professionali l’hanno portata ad essere universalmente riconosciuta come una delle più grandi figure del giornalismo professionista a livello internazionale e autrice di grandi successi editoriali.
L’appassionante percorso espositivo, che si è caratterizzato per la presenza di una importante documentazione ancora in parte ancora sconosciuta al grande pubblico, ha offerto l’opportunità di rileggere le varie tappe della vita e della carriera di Oriana a partire dalle radici culturali e storiche della famiglia Fallaci, spesso sottovalutate nella comprensione di un personaggio così complesso e controverso.
La mostra ha ricostruito, attraverso tutte le tappe della sua avventura umana e professionale, la grandezza e la complessità del personaggio Fallaci: dalle esperienze di giovane partigiana nella sua Firenze d’origine, ai primi incarichi come inviata, all’affermazione come giornalista e scrittrice di calibro internazionale.
Nel ricordare Oriana Fallaci non è stata trascurata la sua scelta, negli ultimi quindici anni di vita, di scomparire dalla scena pubblica e dalla carta stampata. Il suo silenzio tuttavia non ha attenuato la fama ma, al contrario, ne ha alimentato la leggenda, rendendo ancora più dirompente il ritorno, dopo l’attentato dell’11 settembre, nel dibattito politico, sociale e culturale.