Alessandro Nicosia
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Museo Nazionale Emigrazione Italiana

By sviluppo on 24 Ottobre 2017

Sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica

promosso da
Ministero degli Affari Esteri

con la collaborazione del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali

MEI – MUSEO NAZIONALE EMIGRAZIONE ITALIANA

Roma, Complesso Monumentale del Vittoriano
Gipsoteca, Ingresso Ara Coeli

inaugurazione 23 ottobre 2009 –  fino al 31 marzo 2016

A meno di due anni dal 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861) la creazione a Roma di un Museo dell’Emigrazione Italiana apparse opportuna per celebrare la storia, l’attualità ed il futuro dell’essere e del sentirsi italiani. L’emigrazione è stata infatti il crogiolo nel quale molti si sono scoperti italiani al di là delle proprie origini regionali, che soltanto pochi decenni prima ne indicavano l’appartenenza a Stati diversi. Oltralpe, oltremare ed oltreoceano gli emigrati hanno capito ed accettato di far parte di una medesima nazione e hanno sviluppato un sentimento unitario in grado di cancellare secolari differenze storiche, linguistiche e culturali.

Senza il riconoscimento del ruolo svolto dall’emigrazione, la storia d’Italia è sicuramente incompleta. Per conoscere come è cresciuto il paese, per capire come si è sviluppata l’economia e la società italiana è indispensabile ricordare che milioni di contadini sono stati cacciati dalle loro terre, che altri milioni di lavoratori hanno preferito lasciare volontariamente un paese che non offriva prospettive e che si serviva dell’emigrazione per mantenere bassa la pressione sociale.

Nel lungo processo di unificazione che ha portato gli italiani a sentirsi popolo, un ruolo importante è stato giocato da 29 milioni di contadini, operai e piccoli imprenditori che, proprio con la loro particolare esperienza migratoria, hanno contribuito al processo di definizione dell’identità italiana.

Questi emigranti, infatti, hanno saputo combinare la memoria dolorosa di una terra avara lasciata alle spalle con la speranza di una vita migliore da creare altrove, hanno saputo unire le diverse regioni di provenienza in una identità condivisa di “italiani all’estero”, hanno, infine, saputo legare tra loro paesi diversi (quelli di arrivo e quello di partenza) in un rapporto di conoscenza e scambio reciproco. Pieni di speranza e, a volte, di illusioni, partiti alla ricerca di una esistenza migliore e di un futuro dignitoso per se stessi e le loro famiglie, “hanno fatto” molti dei paesi di destinazione.

Per la prima volta nel nostro paese è stato messo a sistema l’immenso patrimonio storico e culturale italiano inerente l’emigrazione: tramite il fulcro costituito dal Museo Nazionale, tutto il  materiale scientifico sia visivo sia audio che oggettuale utile per la conoscenza del fenomeno emigratorio italiano sarà conoscibile ed accessibile in maniera rotativa all’interno della zona espositiva.

Il Museo fu strutturato attraverso un percorso storico – cronologico che  si articolava con tabelle didattiche, grafici e materiale di diverse tipologie (documenti originali, fotografie, lettere autografe, testi rari, video d’archivio, film storici, musica, giornali e riviste d’epoca, frasi significative, oggetti caratteristici, date salienti).

  • Le caratteristiche delle migrazioni pre-unitarie e la realtà italiana sia dal punto di vista economico-sociale-culturale che della politica dello stato italiano verso l’emigrazione.
  • L’emigrazione italiana dal 1876 al 1915 raccontata attraverso il lavoro ed i momenti tipici dell’atto emigratorio: reclutamento, porto d’imbarco, sbarco, abitazione, tipologia di lavoro, vittime del lavoro, discriminazioni, inserimento.
  • L’emigrazione nel periodo tra le due guerre mondiali (1916-1945): le caratteristiche sociali del periodo ed i momenti tipici dell’emigrazione anche in rapporto a fascismo, colonialismo e le migrazioni interne.
  • L’emigrazione italiana nel secondo dopoguerra (1946-1976): la trasformazione dei flussi migratori dall’Italia nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, la ricostruzione ed il decollo economico, l’accrescimento della legislazione e della organizzazione sociale a protezione del migrante.
  • L’attuale realtà degli italiani nel mondo ed il mondo accolto dall’Italia (dal 1977 ai giorni nostri): come le comunità italiane si sono evolute e sono alimentate dalla sempre più consistente presenza di “emigrati ad alta qualificazione”, e la trasformazione dell’Italia in paese d’immigrazione a partire dagli anni 1970.

Ad ospitare il Museo è stato per 7 anni il Complesso Monumentale del Vittoriano, rappresentativo dei valori di identità nazionale che affondano le proprie radici nelle diversità territoriali. Il Museo sarà dunque concepito come nucleo espositivo delle realtà locali regionali italiane legate all’emigrazione, con lo scopo di coinvolgere il grande pubblico del Vittoriano nella tematica e di avviare la messa a sistema dell’immenso patrimonio storico culturale italiano inerente l’emigrazione.

Numerosi e prestigiosi i Prestatori: oltre 40 tra i quali la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, Rai Teche, l’Istituto Centrale per i Beni sonori e audiovisivi, l’Archivio Centrale di Stato, l’Istituto Luce, la Fondazione Cresci, la Società Dante Alighieri, la Società Umanitaria di Milano, l’Archivio Storico della città di Torino e diversi collezionisti privati.

Nella parte finale del percorso espositivo i visitatori troveranno una biblioteca per la consultazione di pubblicazioni sul tema e una sala cinema dove verrà proiettato un documentario dal titolo “L’Emigrazione Italiana e il Cinema” con interventi, tra gli altri, di Emanuele Crialese, Carlo Lizzani, Enrico Magrelli, Citto Maselli, Giuliano Montaldo, Gabriele Salvatores, Pasquale Scimeca, Pasquale Squitieri, Daniele Vicari, Nello Correale.

Il Museo nacque grazie al lavoro di un prestigioso Comitato Scientifico presieduto dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri, Sen. Alfredo Mantica, coordinato da Lorenzo Prencipe, Presidente del Centro Studi Emigrazione Roma (CSER), composto da Carla Zuppetti, Direttore Generale della Direzione Generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie (MAE), Maddalena Tirabassi, Direttore scientifico del Centro Altreitalie sulle Migrazioni Italiane di Torino, Catia Monacelli, Direttore del Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino, Marcello Saija, Direttore della Rete Musei Siciliani di Emigrazione, Fabio Capocaccia, Presidente del Centro Internazionale di Studi sull’Emigrazione di Genova (CISEI), Franco Salvatori, Presidente della Società Geografica Italiana, Maria Rosaria Ostuni, Responsabile Scientifico della Fondazione Paolo Cresci per la Storia dell’Emigrazione Italiana di Lucca, Matteo Sanfilippo, co-Direttore dell’Archivio Storico dell’Emigrazione di Viterbo.

La direzione del Museo è stata di Alessandro Nicosia.


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