Lo Stato di Israele compie 60 anni
LO STATO DI ISRAELE COMPIE 60 ANNI
Israele è un caleidoscopio di culture, lingue, tradizioni e storie millenarie, dove memorie del passato e desideri per il futuro si fondono in un presente di continua trasformazione, in uno Stato moderno e in una società progredita, ricca di fermenti e di speranze.
Le celebrazioni per i 60 anni della fondazione dello Stato di Israele hanno offerto l’opportunità di far conoscere in Italia la straordinaria forza della cultura israeliana, declinata nelle sue diverse forme, permettendo la scoperta di aspetti nuovi o sconosciuti e l’approfondimento di realtà percepite solo in parte.
L’Associazione Culturale ISRAELE60, nata il 6 giugno 2007 da un’idea di S.E. Gideon Meir, Ambasciatore dello Stato d’Israele in Italia, ha avuto lo scopo di promuovere le tante realtà del territorio e i molti volti di un popolo che dimostra punte di eccellenza in ogni sua manifestazione culturale, scientifica, tecnica, sportiva, letteraria, artistica e musicale, al di là dei fatti di cronaca generalmente trasmessi dai media internazionali.
Per un intero anno, da maggio 2008 a maggio 2009, l’Associazione Culturale ISRAELE60 ha promosso sul territorio italiano eventi culturali, letterari, artistici, scientifici e gastronomici, la cui organizzazione generale e la realizzazione delle iniziative sono affidate ad Alessandro Nicosia.
Debutto delle celebrazioni la serata dell’ 8 maggio al Teatro dell’Opera di Roma, che ha ospitato The Israeli Opera di Tel Aviv con “Viaggio al termine del millennio” su musiche di Yosef Bardanashvili e libretto di Abraham Yehoshua, diretto da Asher Fisch per la regia di Omri Nitzan.
Le celebrazioni per i 60 anni della fondazione dello Stato di Israele hanno voluto le varie realtà della cultura israeliana, straordinariamente complessa e ricca com’è di riflessione teorica e di poesia, di legislazione e di costumi quotidiani, ulteriormente sviluppatasi grazie al contatto con altri popoli ed altre culture che hanno stimolato così la creatività, l’ingegno e la insita tendenza ad eccellere nei vari campi dell’arte.
Israele ha saputo creare un’identità pluralista, aperta al mondo occidentale a al tempo stesso al mondo orientale : un laboratorio di sintesi sia nell’ambito della cultura scientifica che nell’ambito della cultura umanistica. Il pluralismo è l’essenza stessa del tessuto sociale israeliano, caratterizzato da numerose sfaccettature che danno luogo a dinamiche culturali vivaci ed eterogenee e che esortano a punte di eccellenza in ogni campo del sapere, come ad esempio nel cinema, nell’arte e nella musica classica, ma anche nella letteratura e nell’architettura, così come nella moda e nel design. Tra i nomi più conosciuti a livello internazionale ricordiamo i registi Amos Gitai e Eran Riklis, gli scrittori Amos Oz, Abraham Yehoshua o David Grossmann, l’artista Yehudit Saspotas, la fotografa Michal Rovner, il direttore d’orchestra Noam Zur, solo per citarne alcuni.
I sessant’anni di Israele hanno celebrato questa straordinaria creazione umana, che ha permesso in breve tempo il transito da una economia di tipo asiatico ad una delle più sviluppate industrie high tech, che ha sviluppato fortemente questo territorio fino ad affermarsi come uno dei paesi più avanzati del Medio Oriente in campo economico ed industriale, che ha permesso il paragone con la Silicon Valley per quanto riguarda la produzione e la ricerca informatica e telematica e che è riuscita a dare al mondo numerosi premi Nobel in un paese che conta poco più di sette milioni di abitanti.
Un viaggio quindi nella cultura israeliana, fra tradizione e contemporaneità. Dalle scoperte scientifiche e innovazioni tecnologiche, alla letteratura con le sue riflessioni autocritiche e i suoi interrogativi di valenza universale, dalla produzione musicale e artistica, alle ricerche, agli studi e alla saggistica che esplorano tutti i campi del sapere : tutto questo conferma la fecondità ed il valore del contributo che questo giovane paese sta dimostrando di saper offrire al mondo. E non poteva essere altrimenti, giacché gli ebrei, ancor prima di fondare lo Stato d’Israele, si preoccuparono di costruirne le impalcature culturali, oggi pilastri della vita israeliana.
Lontani da pensieri religiosi o politici, informazioni distorte e luoghi comuni, ISRAELE60 ha proposto incontri animati da una dialettica finalizzata alla pace. Questa è stata la modalità per permettere di dialogare, capire, approfondire i molteplici aspetti che fanno battere il cuore di un paese “straordinariamente normale”, il cui emblema ufficiale è una menorah tra rami d’ulivo.
Un paese con molte voci, cuori e anime diverse tra loro, che attraverso gli eventi del progetto sono diventati espressione narrante della sua storia attuale e viva.